IDENTITA’ DIGITALE

La storia di Internet è costellata da continue scoperte, che non sembrano ancora finite. Il sistema oggi consente non solo una condivisione dei contenuti multimediali, ma anche e soprattutto la partecipazione attiva degli utenti; ne sono un esempio Wikipedia, un’enciclopedia libera e gratuita, scritta dagli stessi fruitori, e YouTube, dove chiunque può creare un proprio canale e pubblicare contenuti. Con l’invenzione delle chat e successivamente dei social network, l’interazione tra i componenti di un gruppo è diventata sempre più immediata. Una persona, sola con il suo computer, può collegarsi con il mondo grazie alla rete di Internet. Pertanto la rete globale non è solamente una rivoluzione tecnologica ma anche e soprattutto un’ innovazione sociale, un modo diverso di interagire tra le persone di tutte le età, proprio perché non si limita a connettere macchine ma persone.

Oggi siamo tutti perennemente connessi, a casa, in ufficio, per strada, tramite PC, notebook, tablet e smartphone, tuttavia Internet non è solo comunicazione. Dal piccolo della nostra stanza possiamo compiere molteplici azioni di grande utilità e importanza per la nostra vita: giocare, guardare un video, ascoltare musica, reperire informazioni, effettuare un pagamento, pubblicizzare un’iniziativa o un evento. Internet è una fonte inesauribile di opportunità per migliorarsi e per arricchire la propria esistenza, ma non è sufficiente sapere come cercare le informazioni giuste e filtrare quelle inutili. Proprio perché Internet e gli strumenti digitali hanno acquisito una presenza costante nella nostra vita e hanno modificato le nostre abitudini, oggi è diventato fondamentale imparare l’insieme di regole di comportamento che consentono di impiegare le tecnologie digitali in modo consapevole e le conoscenze che occorre avere per muoversi correttamente e in sicurezza in rete e sfruttare in modo consapevole le opportunità che queste offrono.

Per ribadire l’importanza che il web ricopre nella vita di ogni cittadino e la sua appartenenza alla società digitale, riprendendo il concetto di cittadinanza, oggi si parla di cittadinanza digitale, intesa come la capacità di un individuo di partecipare alla vita online.

La cittadinanza digitale, come la cittadinanza tradizionale, comporta diritti e doveri che, grazie al supporto di strumenti e servizi digitali, regolamentano e semplificano il rapporto tra cittadini, Stato e imprese.

Alcuni aspetti della nostra vita sono profondamente cambiati in seguito all’avvento del web ma non tutti possiedono le stesse competenze e possibilità di muoversi in rete e chi non le ha resta inevitabilmente escluso dalle opportunità che il web offre. Questo divario è chiamato digital divide,  pertanto è importante identificarlo e riconoscere che chi ha un accesso limitato a internet ha anche minori opportunità di esercitare i propri diritti costituzionali. E’ per questo motivo che tra i principali diritti della cittadinanza digitale troviamo il diritto di accesso alla comunità virtuale per ogni cittadino. Il diritto di accesso a internet è un diritto fondamentale che favorisce l’esercizio di altri diritti fondamentali: dalla libertà di espressione a quella di informare ed essere informati.

Bisogna considerare tuttavia che accedere al web, oltre che un nostro diritto, è una responsabilità: esistono infatti doveri e norme che regolano la presenza e la comunicazione in Internet. L’identità digitale, ad esempio, è l’insieme di tutte le informazioni e i dati presenti in rete che ci riguardano, inseriti da noi o da terzi, che comunicano un’immagine di noi stessi. Da una parte abbiamo il diritto di conoscere le informazioni su di noi che lo Stato o un’azienda privata possiede; dall’altra abbiamo la responsabilità di ciò che noi stessi comunichiamo e il dovere di rispettare l’identità digitale degli altri. Essere presenti in rete ci costringe a dover tutelare anche la privacy di chi sta con noi, ossia il diritto alla riservatezza della propria vita privata e al controllo dei propri dati personali.

Quando si parla di privacy si fa riferimento in particolare ai dati di una persona come i dati anagrafici, finanziari, identificativi, sensibili e giudiziari. Ad esempio nel momento in cui pubblichiamo su un social network un “selfie” di gruppo, scattato a una festa, stiamo comunicando a tutti i nostri contatti dove sono i nostri amici, che cosa stanno facendo, come sono vestiti, chi stanno frequentando… La foto di una persona dunque, in qualsiasi contesto venga ripresa, contiene molti dati identificativi e sensibili che potrebbero non rispettare la sua privacy e la sua identità digitale.

Internet è uno strumento sovranazionale per cui una persona può in pochi secondi accedere a contenuti provenienti da ogni parte del mondo. Ecco perché le leggi nazionali cercano di riferirsi a normative di più ampio respiro come, nel caso dell’Italia, a quelle europee. Tra queste ultime assume un particolare rilievo il Regolamento UE sull’accesso a Internet e sui diritti dell’utente del 2015 dove, oltre a enunciare i diritti dei singoli cittadini digitali, sono affrontate tematiche più generali come la trasparenza nel trattamento dei dati.

Imparare a gestire la propria e l’altrui privacy è il primo passo per navigare correttamente in Internet. Oltre che riguardare la propria sicurezza, ciò che postiamo ha a che fare anche con l’immagine che lasciamo in rete di noi stessi, ovvero la web reputation.

La web reputation è l’insieme di informazioni e dati presenti in rete riguardo a una persona e comprende tutto ciò che noi pubblichiamo su noi stessi, tutto ciò che inseriscono gli altri, nonché le conversazioni online che ci riguardano, di cui possiamo essere o meno consapevoli. E’ evidente pertanto che occorre fare molta attenzione a ciò che si posta sui social network al fine di evitare di incorrere in problematiche correlate alla violazione della privacy altrui o di postare contenuti che possano essere lesivi della propria o dell’altrui web reputation.

E’ opportuno accertarsi di disporre di un buon livello di sicurezza informatica, ad esempio attraverso l’uso di password sicure, affinché i dati contenuti nelle comunicazioni non vengano corrotti, modificati o distrutti per errore.

A proposito di identità digitale e sicurezza informatica, il portale www.SPID.gov.it è il Sistenma Pubblico d’Identità digitale che consente di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione e dei privati aderenti, con una coppia di credenziali ( username e password) personali.


Semplice e sicuro, SPID può essere usato da qualsiasi dispositivo: computer, tablet e smartphone, ogni volta che, su un sito o un’app di servizi, si trova il pulsante “Entra con SPID”.

Si può scegliere come attivarlo, gratuitamente o a pagamento, sul sito di uno dei gestori di identità abilitati. Una volta ottenuto, l’utilizzo di SPID è gratuito per il cittadino e consente di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione. I dati personali comunicati ai gestori di identità non verranno utilizzati a scopo commerciale e non potranno essere ceduti a terze parti senza autorizzazione dell’utente stesso. La privacy è sempre garantita e il rispetto delle regole del trattamento dati è vigilato dal AgID e dal Garante per la protezione dei dati personali.

Attraverso il portale SPID.gov.it è possibile accedere  ai servizi di oltre 5.300 tra amministrazioni locali e centrali, enti pubblici e agenzie nonché effettuare in modo semplice prenotazioni sanitarie, iscrizioni scolastiche, e accedere alla rete wi-fi pubblica con un’unica password.

La sicurezza dell’accesso è ai servizi è protetto dalle verifiche di sicurezza fino a tre livelli, i dati non sono profilati e la privacy è garantita.

Il rispetto e la tutela dei beni culturali

IL RISPETTO E LA TUTELA DEI BENI CULTURALI

–   Iniziative opportune per allargare la conoscenza e la difesa dei tesori artistici del Paese.

L’Italia è stata culla di una delle più importanti civiltà antiche e nel corso dei secoli ha continuato ad essere al centro della storia come sede della cristianità, punto di irradiazione dell’arte del Rinascimento e maestra dell’opera musicale. È naturale che nel nostro paese, più che in altri, abbondino ricordi di ogni genere, storici, artistici, librari, testimonianze ineguagliabili di questi millenni di cultura. In economia un “bene” è qualunque cosa serva a soddisfare i bisogni dell’uomo che possa essere acquistata, ma allora cos’è un “bene culturale” ?

Come dice l’espressione , è qualcosa che serve a soddisfare: bisogni culturali dell’uomo, il suo bisogno di realizzarsi nell’arte. Scavi archeologici, monumenti, edifici, dipinti e così via, sono esempi di beni culturali. Gli scavi archeologici riportano alla luce antiche città sepolte e ci fanno conoscere la “cultura”, il modo di vivere dei loro abitanti di un tempo. I monumenti sono segni di personaggi illustri e, nello stesso tempo, dell’ammirazione che per loro fu provata e che spinge a immortalare la memoria di quei grandi uomini. Ogni anno migliaia di turisti vengono da tutto il mondo per ammirare estasiati la Cappella Sistina, Il Colosseo, la Torre di Pisa, Il Duomo di Milano, Venezia, Il Museo degli Uffizi, i Fori Romani, i castelli di ogni epoca, i templi greci conservati in Sicilia, le chiesette medievali affrescate da pittori famosi. Tuttavia, non c’è bisogno di pensare a Roma, a Firenze ed altre grandi città note per i tesori culturali che custodiscono. I beni culturali sono dovunque in una qualsiasi città, in un qualsiasi paese. Il problema è un altro. Non si tratta di trovare i beni culturali, si tratta di proteggerli, di difenderli. Giapponesi, americani, tedeschi, francesi, nordici vivono in una dimensione diversa da quella in cui siamo calati noi, e diversamente da noi italiani, che spesso siamo miopi nei confronti del nostro patrimonio artistico e culturale, sono in grado di apprezzare quel crogiuolo artistico che è il nostro Paese.

Non si può negare che, da quando si è sviluppata l’idea che la ricchezza artistica è appunto un patrimonio, con un carattere di produzione di reddito, collegato al turismo e alla fruizione dei musei e gallerie, sia sorta una nuova mentalità e maggiore attenzione alla conservazione del tesoro artistico italiano. Ciò nonostante a tutt’oggi in molti luoghi gli orari di musei e scavi continuano ad essere piuttosto bizzarri, dato che i giorni di chiusura coincidono con le feste e i periodi di maggior afflusso turistico. Molte volte, poi, i prezzi di accesso ai nostri tesori culturali sono cari e scoraggiano molti, specie i più giovani, dal familiarizzare con le bellezze della propria città. A mio avviso, invece, bisognerebbe attuare delle iniziative volte ad allargare sempre più la massa degli utenti, facendo si che la gente impari a conoscere e a capire meglio il luogo in cui vive e la storia passata, anche per mezzo della scuola e dei mass-media. In qualche caso è stato già fatto in modo che studenti e disoccupati usufruissero gratuitamente delle esposizioni e dei maggiori eventi artistici e musicali. Tuttavia, ritengo che se si giungerà, nei prossimi anni, al prevalere dell’idea di cultura come servizio sociale, si potrebbero coniugare l’esigenza di salvaguardare le testimonianze del nostro passato con le necessarie risorse economiche, e l’esigenza lavorativa di quella massa di intellettuali disoccupati o sottoccupati che escono o sono recentemente usciti senza prospettive dalle nostre università del settore.

Valentina Corrente