Tra i tanti problemi sociali del nostro tempo parla di quello che ha colpito maggiormente la tua sensibilità di adolescente.

Emilia Romagna 10 Giugno 2012. La terra continua a tremare, e la paura non passa. Il terremoto in Emilia Romagna è uno dei problemi che il nostro Paese si trova a dover affrontare in questi giorni e che mi ha particolarmente colpito. Nessuno avrebbe potuto immaginare che una terra “sicura” come la Pianura Padana potesse essere colpita da una tale catastrofe. Ma la macchina dell’assistenza si è messa subito in moto. Dopo il terremoto del 20 maggio scorso, le repliche più forti (ossia di magnitudo superiore a 5) erano concentrate nella zona di Ferrara. I vari terremoti che si sono susseguiti, però, indicano che molto probabilmente sono attive più faglie. Il sismologo dell’Ingv sostiene che è la struttura complessa del tratto settentrionale dell’Appennino, nel quale la catena montuosa prosegue sotto la Pianura Padana, la vera responsabile del sisma. Purtroppo le varie scosse che quotidianamente si ripetono stanno provocando ancora crolli rendendo difficile il lavoro dei volontari e della Protezione Civile, che stanno tentando di verificare l’agibilità degli edifici non crollati. I danni maggiori e il maggior numero di feriti si registrano a Cavezzo, Cento e Mirandola.

A Cavezzo, infatti, è crollato il 75 per cento del paese e tra le vittime ricordiamo il parroco di Rovereto di Novi. Secondo i sismologi il movimento è stato ondulatorio e sussultorio e la magnitudo di 5.8. Ciò ha causato il crollo del tetto del teatro comunale a Cento dove numerose abitazioni private sono segnate da crepe e crolli. A Mirandola,  i soccorritori hanno salvato diverse persone rimaste sepolte da muri e tetti crollati. Il terremoto è stato avvertito in tutto il Nordest, a Verona, Vicenza, Venezia, Bolzano, Padova e Trieste. La terra ha tremato per diversi secondi in maniera prolungata, sussultoria e ondulatoria. I soccorsi non hanno tardato ad arrivare: tra i primi a giungere  nel Ferrarese, i ragazzi della Croce rossa di Forlì-Cesena, che, in poche ore di lavoro, hanno posizionato brande per 250 persone, allestendo lo spazio per lo «sporzionamento» pasti, un’infermeria, un’area per i tanti bambini presenti e tutto l’occorrente per il censimento.

Una scossa di terremoto con epicentro in Emilia Romagna molto violenta è stata registrata il giorno 11 Giugno alle 9.00, di magnitudo 5.8. L’epicentro è stato localizzato ancora a Finale Emilia, in provincia di Modena, a una profondità di circa 10 km. La scossa ha causato otto morti, ma le persone ancora sotto le macerie potrebbero essere molte di più. A Finale Emilia e San Felice sul Panaro stanno vivendo momenti di caos. Anche i soccorritori hanno difficoltà a muoversi e capire quante persone potrebbero essere coinvolte. Identica la situazione a Mirandola e, tra i paesi più colpiti, c’è sempre Cavezzo.

Il sisma è stato avvertito in tutto il nord Italia, da Milano (dove alcuni stabili, soprattutto quelli più vecchi sono stati evacuati) a Ravenna. La gente è fuggita in strada anche a Bologna. Si temono nuovi crolli nelle zone già colpite dal terremoto. Da una prima ricognizione è crollata un’altra parte della Rocca Estense di San Felice.

Il terremoto è stato avvertito precisamente a Verona, Vicenza, Venezia, Bolzano, Padova e Trieste. La terra ha tremato per diversi secondi in maniera prolungata, sussultoria e ondulatoria.

Le vittime accertate finora sono più di una quindicina e tanti i crolli di edifici già danneggiati dal sisma del 20 maggio. All’origine della nuova scossa potrebbe esservi la rottura di una nuova faglia. Sono 8 le vittime accertate del sisma nel Modenese ed è morto anche il parroco di Rovereto di Novi, anche se non è chiaro se sia rimasto vittima di un crollo o di un malore.

 Per i crolli causati dalla nuova forte scossa di terremoto alcune persone sono rimaste ferite. E’ quanto risulta dalle prime verifiche della Protezione Civile che hanno rilevato i danni a altri capannoni industriali. Ad ogni scossa partono gli accertamenti della Protezione Civile per verificare le condizioni delle persone rimaste ferite sotto le macerie per escludere che qualcuno possa aver riportato gravi lesioni. Spero che la popolazione dell’Emilia Romagna, già molto provata dalle scosse telluriche, possa ritrovare al più presto le radici della propria esistenza recuperando, per quanto possibile, i propri averi e la propria abitazione.

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