“Ci vediamo in piazza”. Con questa frase semplice, ma chiara ed inequivocabile si comunica ad un amico che l’incontro avverrà nel solito posto. Questa espressione, però, va oltre il suo significato puramente letterale: indica precisamente che cos’è una piazza. Costruita attraverso lente stratificazioni o realizzata ex novo nelle città di fondazione, è lo spazio privilegiato, il luogo dell’incontro, dell’amicizia, dello scambio, ma anche scenario di manifestazioni, sede di rivolte, punto di raduno per pacifiche attività, testimonianza di un illustre passato.
La piazza è il luogo in cui cultura e storia, simboli e tradizioni, rivivono quotidianamente in una forma armonica la cui essenza è possibile rintracciare nell’idea di sicurezza e felicità che una città deve saper offrire ai suoi abitanti. Infatti,quante volte camminando per una città sconosciuta ci siamo improvvisamente fermati, attratti dal fascino misterioso di una piazza e dalle sue architetture e poi ripreso il cammino, quella città, fino allora ignota, è diventata straordinariamente familiare. E quante volte ancora, il ricordo di un viaggio si è fissato su quei luoghi in cui si è sostato a contemplare la vita che vi si svolgeva, le piazze affollate dai turisti, dai fotografi con i loro cavalletti, dai pittori dilettanti piazzati di fronte agli edifici più famosi. Il poeta S.Penne è riuscito a trasmettere tutto il fascino e la magia di Piazza San Marco a Venezia nella poesia in cui parla della “ veneta piazzetta” che accoglie “ odor di mare e voli di colombi”. Con poche parole egli è riuscito a suscitare forti emozioni olfattive e visive che catturano i nostri sensi facendoci desiderare di trovarci lì, in quella magnifica piazza. Anche W. Gropius nella sua opera “ Discussioni sulle piazze italiane” riferisce di uno studente americano che, dopo aver visto Piazza S. Marco , ne era rimasto così impressionato che gli aveva scritto nella lettera di essersi sbagliato quando in una loro precedente discussione aveva sostenuto che quel tipo di piazza era anacronistico e poco funzionale alla vita moderna.
Sin dall’antichità dell’agorà greca, del foro romano e ancora prima, delle corti dei palazzi cretesi o micenei, la piazza ha mantenuto la sua caratteristica principale di forti concentrazioni culturali e sociali.
Se un turista, appena giunto in un centro abitato piccolo o grande che sia, non sa dove andare, fa due cose: prima di tutto cerca un albergo, poi si dirige verso “la” o “una” piazza. In questo modo troverà sicuramente qualche situazione di suo gradimento. La piazza è dunque prima di ogni altra cosa scena della vita collettiva , di passaggio, di riposo e vi si possono incontrare tutti i generi di persona: il bambino, l’anziano, il ricco, il povero e il senzatetto come i protagonisti delle poesie di Baldazzi e di Bardotti che dormono sull’erba e non hanno “ lenzuola bianche per coprirsi” ma solo il cielo stellato. Essi, dunque, considerano la piazza come casa loro e i turisti come ospiti. Esistono diversi tipi di piazze che variano a seconda dello Stato, della città e persino del quartiere: in Inghilterra sono abbellite da ampi giardini, in Giappone sono dei veri e propri monumenti, con panchine e aiuole e in una vi è addirittura proibito l’accesso, in Messico, ci informa W. Gropius sono “ piuttosto grandi con portici tutto intorno e la gente è sempre li a comprar nelle botteghe a pettegolare mentre i giovani fanno la corte alle ragazze.” Negli Stati Uniti, invece non vi sono cuori di questo genere, perché purtroppo le piazze sono state sostituite da grandissimi centri commerciali. Vi sono piazze di modeste dimensioni, altre più vaste e altre ancora spropositate, comunque, tutte sono caratterizzate da un monumento, una targa, o una fontana che sono il loro punto focale. Inoltre tutte le piazze sono “luogo della memoria”, tutte hanno una propria storia e racchiudono un mucchio di ricordi. I loro nomi richiamano alla memoria personaggi più o meno illustri ai quali esse furono destinate. Nell’antichità le piazze erano il luogo dove i dotti e i filosofi impartivano i loro insegnamenti, i giudici istruivano i loro processi e si effettuavano le pubbliche esecuzioni.
Esistono piazze che furono teatro di memorabili manifestazioni come quella di Tienanmen, in cui gli studenti che protestavano furono investiti dai carri armati, oppure quella di Praga, nelle cui vicinanze un giovane si diede fuoco in protesta contro il regime sovietico. Come non ricordare poi, che quasi tutte le principali piazze del mondo occidentale hanno fornito la scenografia più adatta per le manifestazioni no global nonché quelle a favore della pace.
Le piazze, antica sede di mercati ed il cuore in cui pulsavano tutte le attività socio- economiche e culturali, tuttora accolgono variopinti mercatini, per lo più di frutta, verdura e antiquariato, e ci fanno sentire a nostro agio dandoci la possibilità di incontrare persone diverse ed esprimere liberamente la nostra opinione, adempiendo in tal modo alla funzione per la quale sono nate: creare uno spazio per tutto e tutti.